C’era un tempo in cui i cartoni animati erano sinonimo di Disney Studios, con il tanto atteso film di Natale. Gli ultimi vent’anni hanno decisamente ribaltato la situazione e dopo la visione di Sing, ultima fatica della Illumination Entertainment (Cattivissimo Me, I Minions) abbiamo avuto la sensazione che l’impero di zio Walt debba prendere atto di avere competitor più che validi.
Sing è un mix frizzante di bravura tecnica, accurata caratterizzazione dei personaggi e animazione dinamica e travolgente, supportata da una storia semplice ma non banale. Buster Moon è proprietario di un teatro da tempo lontano dalle luci della ribalta. Prossimo al fallimento, l’ostinato koala non demorde, proponendo un contest canoro che, a suo parere, risolleverà le sorti del Moon Theater. C’è solo un piccolo problema: Miss Crawley, vecchia e pasticciona segretaria dell’impresario, sbaglia a scrivere il montepremi, che passa da 1000 dollari a 100.000. Neanche a dirlo, il giorno dopo ci sono km di fila davanti al teatro. Moon scoprirà solo dopo l’equivoco e dovrà capire come gestire la situazione.
Non solo un’animazione magnetica e citazioni di capolavori che delizieranno il palato dei cinefili più convinti. La casa di produzione di Santa Monica non ha davvero badato a spese, con una colonna sonora da urlo (“Under Pressure”, “Halleluja”, “Don’t You Worry About a Thing”) e doppiatori di tutto rispetto. A parte l’affascinante Matthew McCounaghey che doppia Moon, gli eletti per partecipare al talent hanno tutti voci famose. Scarlett Johansson è Ash, la porcospina rocker, Reese Whiterspoon e Seth Mc Farlane doppiano rispettivamente la determinata maialina Rosita e Mike, topino gangster, novello Frank Sinatra. John C. Reilly è invece Eddie, ricco e nullafacente amico di Buster.
Irresistibili anche il personaggio di Meena (Tori Kelly), timida elefantessa adolescente con l’ansia da palcoscenico, che solo alla fine mostrerà il suo talento, e Gunter (Nick Kroll), energico maiale amante del ballo. Un film che riprende insomma tutti i principi dell’animazione, quella più pura, quella scritta e categorizzata dai famosi Nine Old Men. Eppure non è Disney.
Sing ci dimostra che, cambiando contesto e mezzi, ci sono argomenti che non passano mai di moda: credere nel potere del riscatto e nella forza dei propri sogni. Che tu sia una casalinga, un criminale, un insicuro, per dirla alla Buster Moon: “Anche se tocchi il fondo, c’è solo una direzione verso cui si può andare: in alto!”